Rumori al lavoro e perdita di udito

Il rumore accompagna le giornate lavorative di tantissime persone. Basti pensare agli ambienti di lavoro caratterizzati dal frastuono dei macchinari o dal vociare incessante delle persone. Quest’ultimo, per esempio, è il caso dei lavoratori impegnati nei luoghi di intrattenimento e aggregazione come pub, ristoranti e discoteche.

Se in alcuni di questi contesti lavorativi il tema delle ripercussioni uditive viene preso piuttosto seriamente, non si può dire lo stesso per altri luoghi di lavoro in cui la salute uditiva sembra passare in secondo piano, sebbene i danni uditivi possano manifestarsi con la medesima gravità.

L’esposizione prolungata a rumori intensi, infatti, può causare danni irreversibili all’udito, portando a conseguenze che prendono il nome di ipoacusia da rumore.

Capire l’ipoacusia da rumore

L’ipoacusia da rumore è un disturbo abbastanza comune in alcune categorie di lavoratori, che sfocia in malattia professionale al verificarsi di determinate condizioni, ovvero quando l’esposizione al rumore supera i livelli di soglia stabiliti dalle normative vigenti (85 dB per 8 ore; 87 dB per 6 ore; 90 dB per 4 ore ecc.) e causa una perdita uditiva permanente (superiore ai 25 decibel nell’orecchio più colpito, nella gamma di frequenze compresa tra i 1000 e i 4000 Hz).

Il rumore può danneggiare l’udito in due modi:

  • quando un boato forte e improvviso causa uno shock acustico danneggiando componenti cruciali dell’apparato uditivo, talvolta in modo permanente;
  • quando l’esposizione costante e prolungata a rumori intensi deteriora gradualmente il sistema uditivo. A questo proposito, l’OMS raccomanda di evitare l’esposizione a rumori maggiori di 80 decibel in una giornata lavorativa di 8 ore.

Come riconoscere l’ipoacusia da rumore

Riconoscere il disturbo dell’ipoacusia può essere difficile poiché i sintomi vengono spesso minimizzati e considerati innocui, tra cui:

  • difficoltà a seguire le conversazioni, specialmente in ambienti rumorosi o all’aperto;
  • tendenza ad aumentare il volume della TV;
  • tendenza a chiedere di ripetere l’ultima cosa detta;
  • difficoltà a comprendere quanto viene detto al telefono.

Nel caso dell’ipoacusia da rumore, oltre alle difficoltà uditive è comune sperimentare acufeni, caratterizzati dalla percezione di un fastidioso fischio nell’orecchio.

Tuttavia, la progressione del disturbo può variare da individuo a individuo, pertanto solo attraverso un esame audiometrico condotto da uno specialista è possibile determinare con precisione l’entità e la natura dell’ipoacusia.

Prevenzione e riabilitazione

Considerando che l’ipoacusia è una condizione irreversibile, la prevenzione assume un ruolo cruciale.

È per questo motivo che il D.lgs 81/08, noto anche come Testo Unico per la Sicurezza sul Lavoro, impone ai datori di lavoro di fornire appositi Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) ai dipendenti.

Nel caso specifico, appositi otoprotettori (tappi per le orecchie) che presentino caratteristiche legalmente conformi alla figura professionale e allo specifico ambiente di lavoro.

Nonostante si configuri spesso come condizione irreversibile, le persone che hanno sviluppato problemi uditivi sul luogo di lavoro possono intraprendere percorsi riabilitativi che prevedono l’adozione di apparecchi acustici, i quali vengono programmati da un tecnico audioprotesista in base alle specifiche esigenze uditive.

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